L’estate dei morti viventi (2005) di John Ajvide Lindqvist

l'estatedeimortiviventiSiamo in una torrida estate a Stoccolma e una notte improvvisamente, dopo una serie di strani fenomeni elettrostatici, i morti si risvegliano. Questi cadaveri hanno l’aspetto dei cari estinti, ma non vanno a caccia di cervelli come nei classici del cinema horror: si muovono e cercano una parvenza della loro precedente vita, pur essendo quasi assenti e incapaci di fare alcunché. Sarà una novità che sconvolgerà le istituzioni, improvvisamente costrette a gestire un’emergenza del genere e per i parenti dei “morti”, ognuno col suo bagaglio di sofferenza e speranza, ma cosa è davvero accaduto?

Si era mai parlato di zombies nel nostro blog? Non mi sembra, ed è con piacere che il tema arriva grazie alla lettura di questo atipico romanzo. Premetto che non avevo ancora letto nulla di Lindqvist, autore del celebre Lasciami Entrare (da cui è stato tratto il bellissimo e omonimo film) e quindi non sapevo minimamente cosa aspettarmi, se non che avrei avuto di fronte qualcosa di diverso dal solito horror. Sarà l’impronta nordica – ultimamente molto di moda nel genere thriller -, sarà una particolare sensibilità di Lindqvist, ma la storia raccontata, seppur in alcune stranezze, mi ha decisamente colpito. Non c’è molta spettacolarizzazione, poche sono le scene violente raccontate in modo efficace (ho avuto paura!), ma la vicenda segue le reazioni di alcuni personaggi apparentemente senza alcuna relazione tra loro, focalizzandosi sulle loro emozioni e l’evoluzione del loro comportamento di fronte a questo “miracolo”. Abbiamo Elvy, l’anziana sensitiva che si convince di guidare i cittadini oltre l’apocalisse, sua nipote Flora, anch’essa sensitiva e adolescente “problematica”, David il commediante e Mahler, giornalista alle prese con il nipotino resuscitato: ognuno di loro avrà un ruolo nella comprensione dell’accaduto. Interessanti sono gli intermezzi legati alle notizie estrapolate da quotidiani e siti online che trattano la notizia, espediente questo che rende la vicenda molto più “reale” per certi versi ed attuale, toccando problemi come la gestione delle emergenze e la paura del diverso nella società contemporanea. Una lettura che mi ha appassionato, a tratti spaventato, che non consiglio agli amanti dell’horror estremo e sanguinolento, ma che farà contenti gli amanti delle narrazioni meno spettacolari, più emozionali e soprattutto diverse dal solito.

“David si annebbiò, non vedeva più Eva, davanti a lui c’era un mostro, fu colto dall’impulso di fuggire. Ma le sue gambe non si muovevano e dopo alcuni secondi si riprese. …. David deglutì a fatica. “Eva?” Eva girò allora la testa verso la fonte della luce e aprì il suo unico occhio. Fu allora che David urlò.”

4 pensieri su “L’estate dei morti viventi (2005) di John Ajvide Lindqvist

  1. Le opere di John Ajvide Lindqvist che ho letto mi sono piaciute molto (cioè “Lasciami entrare” e “Il porto degli spiriti”). Ho, tra i libri che devo leggere, gli altri di questo autore, tra cui questo che hai recensito. Sono fiduciosa perché mi piace molto come scrive.

    • Non rimarrai delusa, c’è uno sviluppo del fenomeno “Morti viventi” davvero particolare e inusuale. Benvenuta nel nostro blog 🙂

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